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Arriva al cinema il nuovo film sul freeride Few Words: il 12, 13, 14 novembre nelle sale italiane The Space Cinema


Per la prima volta in Italia lo spettacolo delle immagini del freeride conquista gli schermi cinematografici. I film sul freeride con snowboard e sci da vent’anni accompagnano e fanno sognare migliaia di rider in tutto il mondo, alcuni hanno imparato le manovre studiano proprio questi video. Siamo passati dalle videocassette ai DVD, alla possibilità di scaricarli via internet, ma vedere un film sul freeride al cinema è una “prima” che merita attenzione.

Matt Pain il regista

Matt Pain è il regista neozelandese fondatore della casa di produzione Process Films, famosa per i suoi straordinari video di snowboard.

Snowboarder e appassionato di montagna, trascorre gli inverni tra la Nuova Zelanda e gli Stati Uniti. Ha studiato design, specializzandosi in animazione 3D. Vive attualmente in Norvegia, dove collabora con varie produzioni TV ed aiuta a sviluppare la visual identity di numerosi canali televisivi. Dopo il lavoro d’ufficio, si dedica alla realizzazione di film di snowboard, la sua grande passione. Ha lavorato alla pellicola “They Came From…” con Factor Films, prima di fondare la sua società Process Films.

Matt Pain ha collaborato più volte con Quiksilver, in particolare per le riprese di “A Shot in The Dark”, uscito nell’agosto 2011, con alcuni dei migliori snowboarder dei nostri giorni.

“FEW WORDS” È IL PRIMO LUNGOMETRAGGIO DI SCI FIRMATO DAL REGISTA MATT PAIN, UN PUNTO DI VISTA INNOVATIVO SULLA CARRIERA E LA STORIA DI CANDIDE THOVEX.

Diario delle riprese con Candide Thovex e Matt Pain

CANDIDE THOVEX, rider francese classe 1982, vincitore del Freeride World Tour 2010 a Verbier, vincitore dello Slopestyle ai Winter X-Games 2007, del Superpipe agli X-Games 2003 e del Big-Air a quelli del 2000.

IL MOMENTO PEGGIORE

“E’ stato in Austria, stavo sciando in una foresta (in una zona proibita!) e sono caduto in una buca. Mi sono ritrovato a penzoloni su un ramo, sospeso sotto un’enorme cascata di ghiaccio. Non so quanto sia rimasto lì in quel modo, ma mi è sembrato un’eternità. Matt (Pain) ha fatto di tutto per aiutarmi, ma era troppo scivoloso. Alla fine, miracolosamente, due sciatori finlandesi hanno seguito le nostre tracce e sono riusciti ad aiutarci. Mi hanno tirato fuori da lì, ma il mio braccio e tutta la parte sinistra del mio corpo erano paralizzati dal freddo. Ciò nonostante,  abbiamo dovuto camminare per ore nella foresta prima di arrivare al villaggio.”

IL MOMENTO PIÙ SPAVENTOSO

“A La Clusaz saltando un lodge, ho calcolato male la distanza e sono stato quasi trascinato via da una slavina. Sotto c’erano rocce ovunque…”

UN MOMENTO DI PURA FELICITÀ

“Abbiamo trascorso tre giorni in un piccolo rifugio nel mezzo di un ghiacciaio in Canada. C’era un’atmosfera  magica.”

UN MOMENTO DI SCONFORTO

“Ce ne sono stati diversi. Quando filmi, spesso ti sembra che le cose si blocchino. A volte ci vogliono delle settimane per riuscire a filmare una buona sequenza, ma quando arrivi alla fine e vedi i risultati, la motivazione ritorna.”

L’INCONTRO PIÙ STRANO

“Un lupo! E’ successo in Canada, ha cercato di mordermi sulla coscia, per fortuna i miei pantaloni mi hanno protetto!”

MATT PAIN

QUANTO TEMPO HANNO RICHIESTO LE RIPRESE DI “FEW WORDS”?

“È difficile quantificare con precisione il numero di ore, ma di sicuro negli ultimi due anni le telecamere sono rimaste accese sette giorni su sette, senza stop. Alla fine, abbiamo ottenuto un’enorme quantità di footage, circa 29 terabyte di immagini!”

IN QUALI SPOT AVETE FILMATO?

“In Canada abbiamo visitato Revelstoke, Icefall Brook, Last Frontier e Eagle Pass, vicino alla città di Hyder e il confine con l’Alaska. In Francia, siamo stati a La Clusaz e Chamonix, poi a Verbier, in Svizzera e in Austria, nei pressi di St. Anton e Stuben.”

LO SPOT PIÙ MAGICO?

“La parte più selvaggia di Alaska e Canada è veramente unica. Questi luoghi regalano paesaggi mozzafiato e flora e fauna senza paragoni.”

IL MIGLIOR MOMENTO DURANTE LE RIPRESE?

“Ogni giorno in cui siamo stati ricompensati con delle belle immagini dopo un duro lavoro.”

IL PEGGIORE?

“Ne ho tre. Il primo è stato a Sonnenkopf, quando ho realizzato che Candide stava rischiando di morire. Sapevo che ne doveva venire fuori in qualche modo. Il secondo è stato a Balme, quando ho visto che Candide stava per finire sotto una valanga che lo avrebbe trascinato sulle rocce sottostanti. Infine il momento in cui il nostro elicottero stava per schiantarsi contro una montagna in Canada… terribile! Penso che il pilota abbia fatto un errore di valutazione della nostra posizione, durante una virata di 180 gradi. La parete della montagna era praticamente davanti a noi e ci stavamo avvicinando sempre più velocemente ad essa. Siamo riusciti a schivare le rocce all’ultimo momento. Io ero seduto sui sedili anteriori e mi tremavano tantissimo le gambe. Non mi era mai successa una cosa del genere.”

COM’È STATO FILMARE CON CANDIDE?

“Quando Quiksilver mi ha chiesto di lavorare a questo progetto, non ho potuto davvero dire di no, era un’opportunità immensa! Candide aveva bisogno di concentrarsi il più possibile sullo sci, così ho cercato di pensare io al resto, ma lui è un perfezionista ed ha voluto comunque tenere d’occhio ogni dettaglio, ogni secondo del film. Niente è lasciato al caso. Candide sapeva perfettamente che cosa voleva da questo film e insieme siamo riusciti a raggiungere l’obiettivo.”

MINIMO IMPATTO

Durante le riprese di “Few Words”, Candide è rimasto fedele alla sua filosofia sul freestyle e sulla natura

 “Abbiamo dovuto trasportare zaini con 50 kg di attrezzature in mezzo alla neve per ore, risalendo dopo ogni run per filmarne una seconda.  Abbiamo attraversavo molti luoghi incontaminati, visitati solo da pochissime persone, posti da rispettare e preservare”, ha raccontato Candide spiegando come, anche durante le riprese, abbia cercato di perseguire la sua filosofia di vita, votata al rispetto della natura. “Abbiamo deciso di limitare al minimo l’utilizzo di elicotteri e motoslitte, utilizzati solo in caso di effettiva necessità e non per dare spettacolo. Inoltre, nessun albero che si trovasse negli spot è stato abbattuto per una questione di rispetto e di karma… Abbiamo deciso di lasciare tutto secondo natura.”

TELECAMERE

FEW WORDS è stato girato prevalentemente con tecnologia RED ONE e RED EPIC.

La qualità della fotografia è impressionante, le riprese in slow motion sono pulite e spettacolari. Le telecamere con tecnologia Epic, utilizzate da molti registi come Peter Jackson e Steven Soderberg, hanno inoltre la caratteristica di essere facilmente manovrabili, un vantaggio non indifferente per chi deve riprendere in zone remote e difficilmente accessibili.

Matt Pain e la sua troupe hanno inoltre utilizzato Sony NEX FS100 e Cineflex per le riprese aeree.

EDITING

Dopo 2 anni di riprese, Candide e Matt Pain si sono chiusi per quattro mesi in studio da Quiksilver, a Saint-Jean de Luz, per produrre il loro edit.

Un lavoro intenso e impegnativo, soprattutto per Candide che è un vero perfezionista. Nonostante la grande quantità di materiali in tanti diversi formati da montare (comprese immagini di repertorio della prima vittoria di Candide agli X-Games), i due sono comunque riusciti a trovare il giusto equilibrio.

Ogni taglio di scena è il risultato di una decisione sofferta, nessun passaggio è stato finalizzato senza che entrambi fossero d’accordo.

Candide ha spiegato: “L’editing è stato difficile perché ogni decisione finale è irreversibile! Potevamo lavorare su una sola scena per ore ed ore, ma abbiamo dovuto porci un limite e fare delle scelte. In altre parole, accettare che in fondo nulla può essere perfetto!”

Guarda il trailer di Few Words

In allegato la lista The Space Cinema

Fonte Ufficio stampa Quiksilver

Giancarlo Costa

Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006.